Alcuni outfit dalla collezione Primavera/Estate 2021 di Private Policy / New York Fashion Week

Marsha Elle, modella bionica e cantante

Body Positivity, ossia Accettazione di sé

Determinato ad affrontare le più scottanti problematiche socio-politiche attuali e a far sentire la propria voce in questione, Private Policy intende sensibilizzare sulle tematiche dell’Accettazione di sé e del Body Positivity.
La chiusura delle attività e il lockdown ci hanno spinti ad una introspezione forzata e ad un costante auto-giudizio; non vi è da stupirsi, quindi, se il brand ha scelto di far sfilare alcune delle muse contemporanee più in vista – inclusa la modella bionica Marsha Elle e la modella trans e attivista Dominique Castelano, tra altri – durante la New York Fashion Week sulla piattaforma digitale Runway 360. Obiettivo? Quello di sfidare l’unico ideale standard occidentale di bellezza a modo loro, e come obiettivo quello di ispirare altre persone che si trovano ad affrontare gli stessi problemi.

Nell’era moderna, invece di un unico canone di bellezza, cerchiamo muse che accettino la propria individualità, che celebrino la diversità e che incoraggino gli altri ad essere sicuri di sé nella propria unicità“, affermano i direttori creativi Haoran Li e Siying Qu del brand di base a New York.

A personificare l’intero concetto, la dea greca Afrodite (equivalente della dea romana Venere) è l’idea che sta alla base della collezione Primavera/Estate 2021, denominata per l’appunto In cerca di Afrodite. Secondo la mitologia, la dea della bellezza e dell’amor proprio è originata dal cielo e dall’oceano, analogamente a come tutta la vita sulla terra è stata creata. La sua bellezza non deriva dalla sua esteriorità, quanto piuttosto dalla sua immensa forza interiore. La collezione si sviluppa così come una ricerca della moderna Afrodite, che non può essere personificata da un’unica rappresentazione di bellezza, ma è aperta e inclusiva a diverse corporature fisiche, generi e identità.
Tale concetto viene tradotto in grafiche astratte, linee e forme, riprese dal dipinto botticelliano della Nascita di Venere: invece di conformarsi ad un’immagine fissa dell’opera stessa, è lo spirito della dea ad essere d’ispirazione in senso largo, che può appartenere a chiunque.
Afrodite è nel tessuto jersey delicatamente drappeggiato secondo lo stile greco, asimmetricamente avvolgendo il corpo – genderless – del/della modello/a, abbinato ad ogni tipo di capo di abbigliamento da lavoro: bomber, cappelli da pescatore, pantaloni cargo, gilet-imbracature e completi sartoriali. La dea è anche rappresentata dal vestito olografico in organza trasparente interamente ricamato.

Niente più diktat di moda: la moda risponde ora al desiderio di emancipare sé stessi dai principi dominanti della società (occidentale); essa offre uno strumento per differenziarsi da una mentalità conservatrice e dalle norme istituzionali. Sconvolgendo gli standard di bellezza cristallizzati appartenenti all’ideologia dominante, l’individuo può – con la moda stessa – trovare riscatto: questa la massima espressione di sé e della propria bellezza, incoraggiata anche dai forti manifesti del brand – usando il suo caratteristico formato grafico di un quotidiano – quali: “Sii forte per quello che sei” e “Sono bella“.

Non è da sottovalutare l’impegno del brand nella sostenibilità, suo costante obiettivo da perseguire, con l’utilizzo di nylon biodegradabile, cotone lyocell eco-friendly, ecopelle vegana giapponese e CD riciclati.

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