Giorgio Armani alla sua sfilata Giorgio Armani Autunno-Inverno 2020 a Milano
Alessandro Dell’Acqua alla sua sfilata N.21 per l’Autunno-Inverno 2019 a Milano
Come la Moda sarà influenzata dal Coronavirus: una prospettiva
Pensare nuove strategie, valutare sempre più gli spazi digitali e, soprattutto, progettare prodotti durevoli e di qualità: questi, in sostanza, i punti fissi su cui le voci autorevoli della moda si sono trovate a riflettere in questi ultimi tempi. L’obiettivo? Trovare una soluzione concreta alle difficoltà economiche post-Coronavirus che si stagliano all’orizzonte.
Giorgio Armani alla sua sfilata Giorgio Armani Autunno-Inverno 2020 a Milano
Giorgio Armani ha indirizzato una lettera aperta a WWD, ribadendo una salda adesione ai suoi princìpi, ora più attuali e rilevanti che mai: il più longevo Re della Moda Italiana mette in questione la validità della struttura intrinseca – temporale, soprattutto – del Sistema Moda, auspicando un “attento e intelligente rallentamento” del suo ritmo insostenibile, prendendosi il giusto tempo per ridefinire priorità e modi di pensare, e focalizzarsi su ciò che conta davvero. Ossia, non la location, né la spettacolarizzazione delle sfilate, volta a sovracompensare idee deboli, e tanto meno il far leva sulle top model di fama mondiale. Ciò che conta è l’essenza stessa degli abiti, senza tempo, realizzati ponendo la ricerca della qualità e del valore in primo piano.
In quella che è una corsa alla consegna del prodotto moda sempre più rapida e immorale – con la speranza di vendere di più-, i brand hanno perso di vista il valore del tempo, e la possibilità, che esso solo permette, di ideare un prodotto autentico, di alta qualità e di lunga durata.
“La situazione ideale sarebbe quella di limitare l’offerta e coordinare le tempistiche delle nostre collezioni con i bisogni stagionali dei nostri clienti”, ha affermato Armani a WWD, riferendosi alla sua intenzione di ridurre al minimo le pre-collezioni (integrandole in un’unica collezione stagionale), di adottare la soluzione coed e di lottare contro ciò che il designer definisce “un criminale non-allineamento tra la stagione meteorologica e la stagione commerciale”. Lo scoppio della pandemia ci sta offrendo anche l’opportunità unica di “riallineare tutto” e di “riguadagnare una dimensione più umana”.
Alessandro Dell’Acqua alla sua sfilata N.21 dell’Autunno-Inverno 2019 a Milano
Alessandro Dell’Acqua si dichiara della stessa idea, sostenendo che un comportamento più etico e responsabile sia fondamentale per affrontare le difficoltà future (fashionnetwork.com): sarà necessario concentrarsi su collezioni più limitate, puntando su qualità e creatività, senza contare l’importanza dei talenti locali, dei know how territoriali. Il designer campano adotterà il formato coed per le sue sfilate, ma, diversamente da Armani, si ritiene più focalizzato del solito sulla pre-collezione. A suo avviso, la moda post-coronavirus sarà più connessa e interconnessa con la tecnologia, e libera da ciò che è inutile e superfluo.
Franco Mantero (CEO di Mantero) si augura che questi tempi di emergenza portino ad un rafforzamento del Sistema Moda, assicurando la sopravvivenza di tutte quelle aziende raccolte all’interno della sua rete. Inoltre, prevede un inevitabile aumento della digitalizzazione nel panorama della moda. Sottolinea, infine, un ritrovato patriottismo e uno spirito di squadra che spera vengano mantenuti e preservati anche in futuro.
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