La collezione Autunno/Inverno 2018 di Alessandro Michele

Il potere disciplinare cerca di imporre al soggetto una precisa identità; tuttavia, non si tratta di un processo naturale, né predefinito e non può essere violentemente imposto. L’identità è una costruzione sociale e culturale: è così che vengono stabilite le categorie fisse e binarie – come il concetto di normale e anormale. Viene loro conferito un aspetto talmente affascinante al punto che il soggetto rivendica volontariamente la sua appartenenza ad una data struttura sociale. Pertanto, il concetto di identità è uno strumento di controllo bio-politico. (M. Foucault)

La relazione tra essere e divenire è stata la fonte di ispirazione per concepire Cyborg. “Siamo i Dr. Frankenstein delle nostre vite”, afferma Alessandro Michele, parlando di auto-creazione e ri-costruzione dell’identità di una persona.

La collezione Autunno/Inverno 2018 assume la forma di un genuino Cyborg Manifesto (D. J. Haraway), in cui la frammentarietà dell’identità e il dualismo possono essere superati tramite la creatura ibrida. Il Cyborg è, difatti, una figura che riunisce in sé caratteri ossimorici e identità in evoluzione, rifuggendo dalle categorie prefissate: maschile e femminile, normale e alieno, psiche e materia.

Una misteriosa e sterile sala operatoria, inquietante e di un verde chirurgico e illuminata da luci bianche funge da scenografia alla sfilata. Rappresenta il lavoro di Alessandro Michele nella sua mente: come un chirurgo, “taglia, assembla e sperimenta sul tavolo operatorio”. Alcuni modelli portano in braccio il calco delle loro teste come un accessorio: rappresenta lo sforzo nel costruire la propria identità e nel nutrire profondamente le menti. Gli ibridi permeano la collezione interculturale, che mescola riferimenti da contesti fantastici, biblici e reali.

Muovendosi su un piano insieme etico e politico, il pluriverso di Gucci è un invito a divergere ed evitare un unico modello di identità. Ciò che sembra atipico, anomalo e difettoso all’occhio normalizzato, acquisisce una nuova legittimazione: è la coraggiosa affermazione del sé e della sua singolarità.

L’ibrido Gucci è post-umano: è biologicamente indefinito, ha gli occhi sulla fronte, le corna da fauno, una doppia testa e alleva cuccioli di dragone. Ma è una creatura culturalmente consapevole della sua costante metamorfosi, che è plasmata dalle proprie scelte e volontà.

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